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Diagnosi dsa: e ora?

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La diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) può segnare un punto di svolta per genitori e figli, chiarendo vari aspetti del rendimento scolastico del bambino o del ragazzo e attribuendo un significato alle difficoltà incontrate.

Una volta ricevuta la diagnosi di DSA, i genitori si domandano come supportare al meglio il proprio figlio nel percorso scolastico e valorizzare le sue potenzialità.

Non è sufficiente identificare le difficoltà del bambino; è essenziale un intervento che lo supporti nel vivere al meglio il proprio percorso scolastico.

È fondamentale un intervento che preveda la creazione di un percorso personalizzato, considerando non solo gli aspetti diagnostici, ma anche l’esperienza emotiva del bambino, il contesto scolastico in cui è inserito e le peculiarità del contesto familiare.

Il percorso non si concentra esclusivamente sull’intervento diretto sul bambino, ma adotta un approccio globale che include la collaborazione con la rete scolastica e familiare. L’obiettivo è migliorare l’ambiente di riferimento per potenziare il benessere e le competenze del bambino.

Disturbi Specifici dell'Apprendimento

Come avviene l’intervento per i DSA?

È previsto un trattamento settimanale, con cicli di 2-3 mesi. L’intervento è mirato al potenziamento delle competenze identificate durante la diagnosi.

L’intervento clinico deve essere supportato da esercizi quotidiani a casa, mirati a potenziare gli aspetti trattati durante le sedute.

Si identifica lo stile cognitivo del bambino o ragazzo per aiutarlo a sviluppare un metodo di studio più appropriato.

Si lavora sul corretto utilizzo degli strumenti compensativi, anche di tipo tecnologico.

Inoltre, è fondamentale tenere sempre a mente la componente emotiva nell’apprendimento. Affinché questo sia efficace, è necessario aiutare il bambino ad aumentare la sua autoefficacia, a sentirsi più sicuro e capace e, quindi, più motivato.

Un ruolo fondamentale è svolto dai genitori, che partecipano attivamente all’intervento. Fornendo loro strategie e strumenti adeguati, acquisiranno maggiore sicurezza, migliorando anche l’atmosfera familiare.

La presa in carico prevede, pertanto, un lavoro di rete tra clinico, famiglia e scuola.

Dott.ssa Francesca Vecchione