Il periodo compreso tra 0 e 3 anni è cruciale per la crescita e lo sviluppo del bambino.
Durante questa fase, il bambino vive esperienze fondamentali per la sua crescita, influenzando profondamente il suo sviluppo futuro fino all’età adulta.
È essenziale quindi monitorare attentamente la crescita del bambino e l’acquisizione delle competenze cruciali in questa fase, come lo sviluppo motorio, l’uso del linguaggio e l’acquisizione delle autonomie.
È importante ricordare che prestare attenzione e osservare il bambino non implica medicalizzarlo o cercare problemi inesistenti.
Molti genitori si preoccupano se il bambino ritarda nel camminare o fatica a imparare le prime parole. È fondamentale comprendere che, sebbene esistano tappe indicative per l’acquisizione di determinate competenze, ogni bambino è unico e ha bisogno dei propri tempi.
Il tempo di acquisizione delle competenze dipende anche dalle esperienze disponibili nel contesto di vita. Osservare, condividere e confrontarsi con altri bambini, specialmente con quelli più grandi che possono fungere da modello, può accelerare l’apprendimento di determinate abilità. Tuttavia, è fondamentale rispettare i tempi individuali ed evitare di fare confronti con i coetanei.
Quando chiedere una consulenza?
Se si notano evidenti aspetti dello sviluppo o del comportamento del bambino che appaiono insoliti o problematici, è fondamentale richiedere tempestivamente la consulenza di un esperto.
Per un genitore, tuttavia, può risultare complicato riconoscere eventuali problematiche nello sviluppo del proprio bambino.
In assenza di evidenze fisiche di un problema nella crescita del bambino, alcuni segnali di allarme possono includere:
- difficoltà motorie che vanno molto oltre a quella che dovrebbe essere la competenza tipica dell’età;
- sviluppo del linguaggio significativamente in ritardo;
- assenza di comunicazione non verbale (mancanza di sguardo, assenza del gesto dell’indicare, postura rigida o inappropriata, assenza o carenza di condivisione);
- tendenza a passare da un’attività all’altra in maniera frenetica;
- assenza di gioco simbolico;
- tendenza a isolarsi o scarso interesse per gli altri.
Questi sono solo alcuni degli elementi da valutare per decidere se sia opportuno consultare un professionista.
È utile fare riferimento a educatori o insegnanti che possono segnalare difficoltà difficili da individuare nel contesto familiare.
Perché un intervento precoce?
Si tende spesso a sottovalutare le preoccupazioni relative al bambino, ritenendo che sia prematuro intervenire.
“E’ ancora troppo piccolo, “crescerà”, “Bisogna vedere quando sarà grande”
Al contrario, affrontare tempestivamente eventuali problematiche nello sviluppo durante i primissimi anni di vita consente di ottenere i migliori risultati.
Nei primi anni di vita, il cervello del bambino possiede una plasticità straordinaria che facilita il cambiamento e il miglioramento delle competenze non ancora sviluppate o carenti.
Rivolgersi ad un esperto permette di:
- avere un quadro completo dello sviluppo del bambino attraverso l’osservazione clinica;
- risolvere eventuali dubbi sulle modalità più adatte per relazionarsi con il proprio bambino;
- avere informazioni sulla crescita del bambino;
- imparare le strategie giuste per fare in modo che la relazione stimoli anche l’acquisizione di nuove competenze.
Dott.ssa Francesca Vecchione