La violenza dei figli nei confronti dei genitori (parental abuse) è un fenomeno ancora poco discusso ma in costante aumento.
Molte famiglie si trovano a dover gestire adolescenti che minacciano, aggrediscono o cercano di imporre il proprio controllo sui genitori. Sono cambiamenti che cominciano in modo quasi improvviso, senza segnali premonitori e i genitori si trovano spesso soli e impreparati nell’affrontare tale cambiamento del proprio figlio o figlia.
Di cosa si tratta?
Il parental abuse rientra a tutti gli effetti nelle varie forme di violenza intrafamiliare. Tale fenomeno, si manifesta solitamente all’interno di famiglie in cui non sono presenti particolari problematicità. Comincia con comportamenti di minaccia o sfida fino ad arrivare ad escalation che possono portare anche a scontri fisici con i genitori. Non fa differenze di genere: è una violenza messa in atto allo stesso modo sia da ragazzi che da ragazze.
A compiere la violenza, non sono adolescenti con pregresse psicopatologie o tossicodipendenti, ma giovani apparentemente “normali”. Spesso i genitori descrivono ragazzi che durante l’infanzia erano bambini adeguati, brillanti e che non davano particolari problemi. Tuttora, vengono descritti come giovani educati e che non manifestano comportamenti inadeguati a scuola o all’esterno dell’ambito familiare.
All’interno della famiglia, con l’inizio dell’adolescenza, si verifica una rottura e la relazione con uno o entrambi i genitori entra in crisi. È in questo momento che molte famiglie iniziano a sentirsi smarrite. Spesso, questo fenomeno rimane nascosto per molto tempo, poiché si instaura un meccanismo di vergogna e inadeguatezza nei genitori, che si sentono impotenti nel gestire il proprio figlio.
All’inizio, il comportamento aggressivo viene scambiato per il tipico atteggiamento oppositivo dell’adolescenza, considerato una fase gestibile. Tuttavia, rapidamente degenera in comportamenti sempre più violenti e intimidatori, difficili da controllare e gestire per il resto della famiglia.
I genitori
Nel parental abuse si ha a che fare con genitori molto dediti e attenti durante l’infanzia, talvolta iper protettivi. Sono genitori che spesso lamentano il fatto di “aver fatto di tutto” per il loro figlio e di non comprendere cosa possa aver innescato tale spirale di violenza. Questa costante presenza, però, si scontra con i processi di crescita del ragazzo, con il bisogno di autonomia e di creazione di una propria identità. Ed è qui che comincia lo scontro, come se diventasse necessario per il ragazzo per il proprio sviluppo.
Nonostante l’adolescente che si comporta in modo violento verso i genitori possa sembrare dominante e intimidatorio, in realtà nasconde un profondo senso di inadeguatezza e la paura di non essere all’altezza. Spesso, è proprio questa paura di fallire a scatenare la spirale di violenza.
Cosa fare?
I genitori che subiscono la violenza del proprio figlio/a si sentono come se avessero perso la loro funzione genitoriale. Questo può metterli nella condizione di cercare di inasprire regole e punizioni con l’intento di ristabilire i ruoli all’interno della famiglia. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, questo non basta o, al contrario, può aumentare il rifiuto e l’oppositività da parte del ragazzo.
C’è poi la tendenza ad incolpare internet o l’uso del cellulare come influenza negativa, spesso senza sapere qual è l’utilizzo che viene fatto di questi strumenti.
E’ necessario chiedere aiuto. Per risolvere una situazione così complessa è necessario un intervento da parte di specialisti, che aiutino tanto l’adolescente ad affrontare le sfide evolutive e di crescita senza esserne sopraffatto, quanto i genitori nel rafforzarsi nella loro funzione e nella loro capacità di relazionarsi come tali con il proprio figlio.
Conclusioni
Il parental abuse riflette la fragilità genitoriale dei nostri tempi. Se è vero che i genitori di oggi sono molto più attenti e aperti nei confronti dei propri figli, in alcuni casi viene meno la capacità di lasciar fare e sperimentare. I genitori spesso vivono male le difficoltà dei propri figli ed attuano la modalità del fare con l’intento di aiutarli a risolvere i loro problemi. Ma un bambino che non ha sperimentato la frustrazione, il confronto con gli altri, la possibilità di risolvere un ostacolo in autonomia, diventerà un adolescente che non ha fiducia nelle proprie capacità e che pensa che dagli adulti tutto gli sia dovuto.
Dott.ssa Francesca Vecchione